ALL'APERTURA DEGLI STAND
Le nostre rubriche
attivita'
Altri Link

Le sagre enogastronomiche di prodotti più o meno tipici legati
al territorio hanno segnato un boom negli anni 80/90. Nel nuovo
Millennio invece, complici il mercato, i non genuini prodotti culinari
e l’approssimazione degli organizzatori, c’è stata una drastica
riduzione in numero di questi fast food da piazza. Sono rimaste
solo poche sagre, spesso quelle ultraventennali, come riferimento
nel panorama provinciale tra cui con soddisfazione annoveriamo la
nostra SAGRA DEL FUSILLO, DEL VINO
AGLIANICO E DEL PROSCIUTTO.
Queste manifestazioni, quelle che hanno più successo, si svolgono
d’estate, quando la gente ha voglia di stare all’aria aperta, al
fresco serale durante la bella stagione, nel periodo in cui fanno
ritorno anche gli emigranti. La parola “sagra” deriva dal latino
sacer (sacro) e indica una festa popolare con fiere, mercati e festeggiamenti
solenni per commemorare il santo patrono del paese, spesso accompagnata
da esecuzione di spettacoli e divertimenti vari. Per questo mondo
moderno dove tutto è frettoloso 40 anni sono comunque una tappa
di un periodo storico su cui vale elucubrare alcune riflessioni.
Innanzi tutto la sagra del fusillo nacque per caso, l’intento principale
era organizzare i Giochi d’Estate, una sorte di replica locale dei
più famosi Giochi Senza Frontiere e la degustazione dei fusilli
era il riempimento della serata, allietata da un complesso sonoro
con musiche di tipo moderno (per allora); il ballo liscio (o latino-americano
o social dance) così oggi di moda non era ancora di prammatica.
Ricordiamo
ancora la chitarra della canzone “smoke on the water” dei Deep Purple
suonata da un complesso di Atripalda oggi tutti ultracinquantenni
che svolgono altri mestieri. La prima edizione fu una sorte di alter
ego antagonista alla tradizionale festa di S. Faustino, infatti
si svolse la prima domenica di agosto ed ottenne il plauso e il
consenso dell’opinione pubblica locale; l’anno successivo fu abbinata,
d’accordo con l’allora Comitato, al sabato della Festa di S. Faustino.
Dal 1988 fu integrata anche con la giornata di venerdì. Il menù
previsto all’origine era solo una vaschetta di fusilli e un bicchiere
di vino. Il panino al prosciutto fu inserito per poter giustificare
le vecchie 350 lire del prezzo di vendita, che all’epoca sembrava
spropositato, ricordiamo che in pizzeria si consumava una pizza
e una bibita per la stessa cifra. Facevano la loro comparsa in piazza
il bicchiere di plastica e la vaschetta di alluminio e molti portavano
a casa questo souvenir perché il consumismo ancora non era imperante.
La prima tirata di fusilli fu di circa 700 porzioni vendute; molti,
dato che non esistevano altre manifestazioni di paragone, non capivano
perché dovevano consumare fusilli in piazza quando potevano mangiarli
comodamente a casa propria.
L’inizio della sagra fu autarchico, infatti si faceva il giro per
le case e le campagne per la raccolta dello stratto cioè le bottiglie
di passata di pomodoro che le famiglie mettevano a disposizione,
tradizione che è rimasta fino ad oggi; si cercavano farina e uova
nelle campagne, qualcuno dava anche una pezza di formaggio locale
da grattare sui fusilli. Si chiedeva alle famiglie (massaie, casalinghe
e turiste che all’epoca venivano in villeggiatura) di fare almeno
un impasto di fusilli pro capite, dando la ricetta base che era
un chilo di farina, 2 uova e un bicchiere d’acqua; i risultati erano
sorprendenti, a parte che le dimensioni in lunghezza e diametro
erano ad personam , i colori invece andavano dal bianco candito
della farina al giallo dell’uovo sopportando, povero fusillo, farina
tenera, di saraòlla (farina dura), semola e forse un po’ di farina
jonna (di granturco)....... I guai
peggiori, ovviamente, si riscontravano al momento della loro cottura
! ! ! Non si acquistava il vino da un solo produttore, ma si andava
in giro con damigiane per le campagne dove ogni viticoltore donava
dai 5 ai 20 litri pro capite in base alle sue possibilità, è inutile
aggiungere che vini diversi mischiati, trasportati sui trattori
in
damigiane sotto il caldo sole d’agosto producevano un ottimo condimento
per l’insalata,
ma all’epoca buon gustai ed esperti di vino DOC non ce n’erano,
....